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SCIENCE-BASED TARGETS (SBTs)

A livello internazionale i Science-Based Targets (SBTs) rappresentano oggi uno degli approcci più riconosciuti e più utilizzati dalle aziende per definire obiettivi di riduzione delle proprie emissioni. Si tratta di una metodologia sviluppata e promossa da Science-Based Targets initiative (SBTi), un’iniziativa congiunta di CDP, UN Global Compact, WRI e WWF.

A differenza di altri approcci che generalmente si basano sulle potenzialità di riduzione specifiche di ogni impresa (bottom-up), gli SBTs ragionano a partire dagli obiettivi dell’Accordo di Parigi e dalla necessità di contenere la temperatura media globale entro +1,5°C al 2100. In altre parole, l’approccio di SBTi è top-down: la scienza chiede che gli obiettivi del business siano allineati alla traiettoria +1,5°C e che le aziende rivedano, quindi, in quest’ottica i propri modelli di business. Perché? Perché non c’è altra alternativa.

 

Nella metodologia SBTi, i target di riduzione (SBTs) devono prima di tutto interessare le emissioni associate alle cosiddette attività ‘core’ dell’azienda, vale a dire le emissioni di Scope 1 (dirette) e Scope 2 (indirette). Se le emissioni di Scope 3 (emissioni indirette nella catena del valore) superano però il 40% del complessivo bilancio emissivo dell’azienda (Scope 1 + 2 + 3), allora è obbligatorio definire dei target di riduzione anche su tali emissioni. Si consideri che normalmente queste rappresentano la parte più importante dell’impatto climatico aziendale. Chiaramente, quindi, per poter calcolare e definire dei target science-based occorre avere anzitutto quantificato in modo chiaro l’impronta di carbonio aziendale (Corporate Carbon Footprint) che è di fatto il primo passo per costruire una strategia climatica.

 

Per le Piccole e Media Imprese (PMI) i criteri SBTi prevedono delle procedure semplificate.

 

L’iniziativa (SBTi) ha anche rilasciato il primo “Net zero standard” con l’obiettivo di aiutare le aziende a definire target di riduzione di lungo termine (“long term”: entro il 2050 o prima) che possono integrarsi ai cosiddetti target di breve termine (“near term”: 5 – 10 anni dall’anno di baseline) finora descritti. Un’azienda che vuole settare target long term deve necessariamente avere già definito target near term.

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