Non si può definire un piano di riduzione credibile senza prima aver:
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Quantificato le emissioni aziendali di gas a effetto serra attraverso una Corporate Carbon Footprint o Impronta di carbonio aziendale e senza aver compreso quali sono gli hotspot e i principali driver di impatto;
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Aver definito dei macro-target di riduzione delle proprie emissioni nel tempo, possibilmente in linea con le ultime indicazioni scientifiche (Science-Based Targets)
La quantificazione delle emissioni definisce, infatti, il punto di partenza (baseline o base-year), i target definiscono il punto di arrivo ovvero quanto ed entro quando l’azienda dovrà ridurre le proprie emissioni, anche considerando un’eventuale crescita del suo business nel tempo.
Fatti questi passaggi essenziali, l’azienda può iniziare a sviluppare il proprio piano di decarbonizzazione, fermo restando che si tratta di un processo iterativo e in continuo aggiornamento. Un piano di riduzione può contenere diversi elementi, ad esempio:
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Obiettivi di riduzione specifici, coerenti con i macro-target, ma declinati su specifici processi, attività o prodotti;
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Analisi di scenario per identificare le soluzioni di riduzione più promettenti;
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La descrizione delle azioni che si intende mettere in campo in modo diretto;
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La descrizione di eventuali interventi indiretti (che implicano ad esempio il coinvolgimento e l’attivazione dei propri fornitori);
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Le tempistiche e le scadenze entro le quali tali azioni devono essere implementate;
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Quali sono, in azienda, le funzioni ‘accountable’ per la loro implementazione;
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Quali sono i KPI (indicatori di performance) da monitorare per valutare i loro progressi.
Costruire un piano di decarbonizzazione efficace richiede il contributo attivo e continuo di tutta l’azienda e di tutte le funzioni aziendali.
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